Buon lunedì pages
anche se un po' in ritardo, cominciamo la settimana con la prima tappa di un blog tour dedicato a un romanzo che promette di tenervi sulle spine, sto parlando di "Final Girls: Le sopravvissute" di Riley Sager
Autore: Riley Sager
Editore: Giunti
Genere: Thriller
Pagine: 432
Data di pubblicazione: 5 Luglio 2017
Sinossi
Si chiamano Quincy, Samantha e Lisa. Tre ragazze molto diverse, che hanno una sola cosa in comune: sono le uniche sopravvissute a tre orribili massacri. Non si sono mai incontrate, ma la stampa le ha riunite sotto lo stesso nome: Final Girls.
Sono passati dieci anni da quel weekend a Pine Cottage, dove Quincy e i suoi amici avrebbero festeggiato il compleanno di Janelle. Finché la vacanza non si è trasformata in un film horror: un uomo fa irruzione nella baita e ammazza tutti i presenti. Tutti tranne Quincy, che con il vestito rosso di sangue riesce miracolosamente a fuggire tra gli alberi, incrociando i fari dell’auto di un poliziotto.
Adesso Quincy ha una vita normale, un fidanzato, un blog di cucina, ma soffre ancora di attacchi di panico e non ricorda quasi niente di quella notte, nemmeno la faccia del killer. Samantha invece si è nascosta chissà dove per sfuggire alla pressione dei media, mentre Lisa, vivace e brillante, ha scritto un libro, e la sua faccia compare su tutti i social.
Così, quando la ragazza viene ritrovata con le vene tagliate, Quincy non può credere che si sia uccisa. E i dubbi aumentano quando alla sua porta ricompare all’improvviso Samantha: a cosa mira e cosa ha fatto in tutto questo tempo? Può veramente fidarsi di lei? Adesso sono rimaste soltanto in due, e qualcuno sembra intenzionato a portare a termine ciò che ha iniziato molto tempo prima...
Una suspense crescente. Tre protagoniste che non sempre dicono la verità. Un thriller in cui non ci si può fidare davvero di nessuno.
INCIPIT
La foresta ha zanne e artigli.
Rocce, spine e rami le graffiano il corpo, lo straziano mentre corre tra gli alberi urlando. Ma Quincy non si ferma. Non si ferma quando i sassi acuminati le trafiggono la pianta dei piedi, né quando un ramo le sferza il viso come una frusta, aprendovi una ferita sanguinante.
Fermarsi non è possibile. Fermarsi significa morire. Così continua a correre, perfino quando un arbusto spinoso si avvinghia alla sua caviglia e la addenta. Il rovo si allunga, vibra, e finalmente si spezza. Quincy non sa se quella nuova ferita le fa male: prova già più dolore di quanto possa sopportarne.
È l’istinto a dirle di correre. Un bisogno inconscio la spinge ad andare avanti a ogni costo. Si è già dimenticata perché. Ogni ricordo risalente a cinque, dieci, quindici minuti prima è svanito. Se la sua vita dipendesse dalla memoria di quanto l’ha spinta a fuggire nel bosco, di sicuro morirebbe lì, sul nudo terreno.
Per questo corre. Grida. Si sforza di non pensare alla morte.
Un bagliore bianco compare in lontananza, soffuso sull’orizzonte ingombro di alberi.
Dei fari.
È vicina a una strada? Lo spera con tutto il cuore. Insieme alla memoria ha perso anche il senso dell’orientamento.
Accelera il passo, grida più forte, si precipita verso la luce.
Un altro ramo le percuote la faccia. È più grosso del primo, spesso come un manganello, e l’impatto la stordisce, la acceca.
Il sangue pulsa nel cervello e nel campo visivo già offuscato esplodono scintille blu. Quando svaniscono e Quincy riacquista la vista, scorge una figura illuminata dal bagliore dei fari
CALENDARIO
Dal suo sofà
la vostra
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