Buonasera paginette ^.^
stasera, anticipando un po' i tempi della recensione, per la serie "Inside the book", volevo parlarvi di Fiabe.
Tutto nasce dal libro che sto leggendo, "Qualcosa di vero" di Barbara Fiorio, dove le Fiabe occupano un posto di tutto rispetto.
Tra una pagina e l'altra, ogni tanto ne spunta una dei fratelli più famosi della Buona Notte, i fratelli Grimm e siccome noi, sin da piccoli, siamo abituati alla versione riveduta e corretta delle storie in questione, mi è venuto in mente di inserire in questo spazio proprio una di quelle fiabe che sono moooltoooo diverse da come le conosciamo XD
da Qualcosa di vero
di Barbara Fiorio
[...]
Voleva una fiaba divertente, le disse. Ma anche con una principessa.
Lo sguardo di Giulia salì verso un angolo del soffitto e torno giù con un sorriso.
"Ti racconto della più famosa mangiatrice di mele dopo Eva."
"Biancaneve? Ma non fa ridere!"
"Come no. E' una delle principesse più stupide delle fiabe, e con un cuor di primula
disarmante. Fa ridere per forza."
Rebecca si coprì per bene e si sdraiò su un fianco posando la testa sul braccio piegato. Era pronta.
[...]
stasera, anticipando un po' i tempi della recensione, per la serie "Inside the book", volevo parlarvi di Fiabe.
Tutto nasce dal libro che sto leggendo, "Qualcosa di vero" di Barbara Fiorio, dove le Fiabe occupano un posto di tutto rispetto.
Tra una pagina e l'altra, ogni tanto ne spunta una dei fratelli più famosi della Buona Notte, i fratelli Grimm e siccome noi, sin da piccoli, siamo abituati alla versione riveduta e corretta delle storie in questione, mi è venuto in mente di inserire in questo spazio proprio una di quelle fiabe che sono moooltoooo diverse da come le conosciamo XD
da Qualcosa di vero
di Barbara Fiorio
[...]
Voleva una fiaba divertente, le disse. Ma anche con una principessa.
Lo sguardo di Giulia salì verso un angolo del soffitto e torno giù con un sorriso.
"Ti racconto della più famosa mangiatrice di mele dopo Eva."
"Biancaneve? Ma non fa ridere!"
"Come no. E' una delle principesse più stupide delle fiabe, e con un cuor di primula
disarmante. Fa ridere per forza."
Rebecca si coprì per bene e si sdraiò su un fianco posando la testa sul braccio piegato. Era pronta.
[...]
Biancaneve
dei Fratelli Grimm
Una volta, in inverno inoltrato, mentre i fiocchi di neve cadevano dal
cielo come piume, una regina cuciva seduta accanto a una finestra dalla
cornice d'ebano. E, mentre cuciva e alzava gli occhi per guardare la
neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella neve. Il
rosso era così bello su quel candore, che ella pensò fra s‚: "Avessi un
bambino bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno
della finestra! ." Poco tempo dopo, diede alla luce una bimba bianca
come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come l'ebano; e,
per questo, la chiamarono Biancaneve. E, quando nacque, la regina morì.
Dopo un anno, il re prese di nuovo moglie: una donna bella, ma
orgogliosa; non poteva tollerare che qualcuno la superasse in bellezza.
Possedeva uno specchio e, quando vi si specchiava, diceva:-Specchio
fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più bello?-E lo
specchio rispondeva:-E' il tuo, Regina, di tutte il più bello!-Ed ella
era contenta, perché‚ sapeva che lo specchio diceva la verità. Ma
Biancaneve cresceva, diventando sempre più bella e, quand'ebbe sette
anni, era bella come la luce del giorno e più bella della regina stessa.
Una volta che la regina interrogò lo specchio:-Specchio fatato, in
questo castello, hai forse visto aspetto più bello?- Lo specchio
rispose:-Il tuo aspetto qui di tutte è il più bello, ma Biancaneve dalla
chioma corvina è molto più bella della Regina!-All'udire queste parole,
la regina allibì e sbiancò per l'ira e l'invidia. Da quel momento in
poi, la sola vista di Biancaneve la sconvolgeva, tanto la odiava.
Invidia e superbia crebbero a tal punto in lei, da non lasciarle più
pace n‚ giorno n‚ notte. Allora chiamò un cacciatore e disse: -Conduci
la bambina nella foresta selvaggia, non voglio più vederla. Uccidila e
portami i polmoni e il fegato come prova della sua morte-. Il cacciatore
obbedì e condusse Biancaneve lontano, ma quando estrasse il coltello
per trafiggere il suo cuore innocente, ella si mise a piangere e disse:
-Ah, caro cacciatore, risparmiami la vita! Me ne andrò nel bosco e non
farò mai più ritorno a casa-. Ed ella era tanto bella, che il cacciatore
ne ebbe pietà e disse: -Va' pure, povera bimba-. "Le bestie feroci ti
divoreranno ben presto" pensava; ma sentiva che gli si era levato un
grosso peso dal cuore, non dovendola più uccidere. E siccome, proprio in
quel momento, arrivò di corsa un cinghialetto, lo sgozzò, gli tolse i
polmoni e il fegato e li portò alla regina come prova. Ella, nella sua
bramosia, li fece cucinare sotto sale e li divorò credendo di mangiare
polmoni e il fegato di Biancaneve. Intanto la povera bambina era tutta
sola nella grande foresta, e aveva tanta paura che temeva anche le
foglie degli alberi e non sapeva cosa fare per porsi in salvo. Allora si
mise a correre e corse sulle pietre aguzze e fra le spine; le bestie
feroci le passavano accanto, ma senza farle alcun male. Corse finché‚ la
ressero le gambe; sul far della sera, vide una piccola casetta e vi
entrò per riposarsi. Nella casetta ogni cosa era minuscola ma
straordinariamente linda e aggraziata. C'era un tavolino ricoperto da
una candida tovaglietta e apparecchiato con sette piattini: ogni
piattino aveva il suo cucchiaino, sette coltellini, sette forchettine e
sette bicchierini. Lungo la parete, l'uno accanto all'altro, c'erano
sette lettini, coperti di candide lenzuola. Biancaneve aveva tanta fame e
tanta sete che mangiò un po' di verdura e di pane da ciascun piattino, e
bevve una goccia d vino da ogni bicchierino, poiché‚ non voleva portare
via tutto a uno solo. Poi, dato che era tanto stanca, si sdraiò in un
lettino ma non ce n'era uno che le andasse bene: questo era troppo
lungo, quell'altro troppo corto; finalmente il settimo fu quello giusto,
vi si coricò, si raccomandò a Dio e si addormentò. Quando fu buio
arrivarono i padroni di casa: erano sette nani che estraevano i minerali
dai monti. Accesero le loro sette candeline e, quando la casetta fu
illuminata, si accorsero che era entrato qualcuno, perché‚ non era tutto
in ordine come l'avevano lasciato. Il primo disse: -Chi è seduto sulla
mia seggiola?- Il secondo: -Chi ha mangiato dal mio piattino?-. Il
terzo. -Chi ha preso un pezzo del mio panino?-. Il quarto: -Chi ha
mangiato un po' della mia verdura?-. Il quinto: -Chi ha usato la mia
forchettina?-. Il sesto: -Chi ha tagliato con il mio coltellino?-. Il
settimo: -Chi ha bevuto dal mio bicchierino?- Poi il primo si guardò
intorno e vide che il suo letto era un po' schiacciato e disse: -Chi ha
schiacciato il mio lettino?-. Gli altri arrivarono di corsa e gridarono:
-Anche nel mio c'è stato qualcuno!-. Ma il settimo, quando guardò nel
suo lettino, vi scorse Biancaneve addormentata. Allora chiamò gli altri
che accorsero e, gridando di meraviglia, presero le loro sette candeline
e illuminarono Biancaneve. -Ah, Dio mio! ah, Dio mio!- esclamarono -che
bella bambina!- E la loro gioia fu tale che non la svegliarono ma la
lasciarono dormire nel lettino. Il settimo nano dormì con i suoi
compagni: un'ora con ciascuno, e la notte passò. Al mattino, Biancaneve
si svegliò e, vedendo i sette nani, s'impaurì. Ma essi le chiesero con
gentilezza: -Come ti chiami?-. -Mi chiamo Biancaneve- rispose. -Come hai
fatto ad arrivare fino alla nostra casa?- chiesero ancora i nani.
Allora ella si mise a raccontare che la sua matrigna voleva farla
uccidere, ma il cacciatore le aveva risparmiato la vita ed ella aveva
corso tutto il giorno, finché‚ aveva trovato la casina. I nani dissero:
-Se vuoi provvedere alla nostra casa, cucinare, fare i letti, lavare,
cucire e fare la calza, e tenere tutto in ordine e ben pulito, puoi
rimanere con noi e non ti mancherà nulla-. Biancaneve promise che
avrebbe fatto tutto ciò, e tenne in ordine la loro casetta. La mattina i
nani andavano nei monti in cerca di minerali e dl oro, la sera
ritornavano e la cena doveva essere pronta. Durante la giornata la
fanciulla era sola e i nani la misero in guardia dicendole: -Fai
attenzione alla tua matrigna, farà in fretta a sapere che tu sei qui:
non aprire a nessuno-. Ma la regina, credendo di aver mangiato il fegato
e i polmoni di Biancaneve, non pensava ad altro se non ch'ella era di
nuovo la prima e la più bella; andò davanti allo specchio e
disse:-Specchio fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più
bello?-E lo specchio rispose:-Il tuo aspetto qui di tutte è il più
bello. Ma lontano da qui, in una casina di sette nani, piccina piccina, è
Biancaneve dalla chioma corvina molto più bella della Regina!-La regina
inorridì poiché‚ sapeva che lo specchio non mentiva e capì che il
cacciatore l'aveva ingannata e che Biancaneve era ancora in vita. E,
siccome lo specchio le aveva rivelato che la bambina si trovava fra i
monti, presso i sette nani, si mise a pensare nuovamente a come fare per
ucciderla: perché‚ se non era la più bella in tutto il paese, l'invidia
non le dava requie. Pensa e ripensa, si tinse il viso e si travestì da
vecchia merciaia, riuscendo a rendersi perfettamente irriconoscibile.
Così camuffata, passò i sette monti e arrivò fino alla casa dei setti
nani; bussò alla porta e gridò: -Roba bella, comprate! comprate!-.
Biancaneve diede un'occhiata fuori dalla finestra e disse: -Buon giorno,
buona donna, cosa avete da vendere?-. -Roba buona, roba bella- rispose
la vecchia -stringhe di tutti i colori.- E, così dicendo, ne tirò fuori
una di seta variopinta e gliela mostrò. "Questa brava donna posso
lasciarla entrare" pensò Biancaneve "ha buone intenzioni." Aprì la porta
e si comprò la stringa colorata. -Aspetta bimba- disse la vecchia -come
se conciata! Vieni per una volta voglio allacciarti io come si deve!-
Biancaneve non sospettò nulla di male, le si mise davanti e si lasciò
allacciare con la stringa nuova. Ma la vecchia strinse tanto e così
rapidamente che a Biancaneve mancò il respiro e cadde a terra come
morta. -Finalmente la tua bellezza è tramontata!- disse la perfida
donna, e se ne andò. Poco dopo, a sera, ritornarono i sette nani: come
si spaventarono nel vedere la loro cara Biancaneve distesa a terra,
immobile come se fosse morta! La sollevarono e, vedendo che aveva la
vita troppo stretta, tagliarono la stringa. Allora ella incominciò a
respirare a fatica, poi, a poco a poco, riprese vigore. Quando i nani
udirono ciò che era accaduto, dissero: -La vecchia merciaia non era
altri che la regina. Sta' in guardia, e non lasciar entrare nessuno,
mentre noi non ci siamo!-. Ma la regina cattiva, appena a casa, andò
davanti allo specchio e domandò:-Specchio fatato, in questo castello,
hai forse visto aspetto più bello?-E lo specchio rispose:-Il tuo aspetto
qui di tutte è il più bello. Ma lontano da qui, in una casina di sette
nani, piccina piccina, è Biancaneve dalla chioma corvina molto più bella
della Regina!-All'udire queste parole, il sangue le affluì tutto al
cuore dallo spavento, poiché‚ vide che Biancaneve era tornata a vivere.
Così si rimise nuovamente a pensare a come potesse sbarazzarsene e pensò
di utilizzare un pettine avvelenato. Poi si travestì e prese nuovamente
le sembianze di una povera donna, del tutto diversa dalla precedente,
però. Passò i sette monti e giunse alla casa dei nani; bussò alla porta e
gridò: -Roba bella, comprate! comprate!-. Biancaneve diede un'occhiata
fuori e disse: -Non posso lasciar entrare nessuno-. Ma la vecchia disse:
-Guarda un po' che bei pettini!-. Tirò fuori quello avvelenato e glielo
mostrò. Alla bambina piacque tanto che si lasciò raggirare, aprì la
porta e lo comprò. Poi la vecchia disse: -Lascia che ti pettini-.
Biancaneve non sospettò nulla di male, ma come la vecchia le infilò il
pettine fra i capelli, il veleno agì e la fanciulla cadde a terra come
morta. -Finalmente è finita per te!- disse la vecchia, e se ne andò. Ma,
per fortuna era quasi sera e i sette nani stavano per ritornare. Non
appena videro Biancaneve distesa a terra come morta, pensarono subito a
un nuovo imbroglio della cattiva matrigna; si misero a cercare e
trovarono il pettine avvelenato. Come l'ebbero tolto, Biancaneve si
riebbe e raccontò ciò che le era accaduto. Allora essi le raccomandarono
ancora una volta di stare attenta e di non aprire la porta a nessuno. A
casa, la regina si mise davanti allo specchio e disse:-Specchio fatato,
in questo castello, hai forse visto aspetto più bello?-Come al solito
lo specchio rispose:-Il tuo aspetto qui di tutte è il più bello. Ma
lontano da qui, in una casina di sette nani, piccina piccina, è
Biancaneve dalla chioma corvina molto più bella della Regina!-A queste
parole, ella rabbrividì e fremette per la collera. Poi gridò:
-Biancaneve deve morire, dovesse costarmi la vita.- Andò in una stanza
segreta dove nessuno poteva entrare e preparò una mela velenosissima. Di
fuori era così bella rossa, che invogliava solo a vederla, ma chi ne
mangiava un pezzetto doveva morire. Quando la mela fu pronta, ella si
tinse il viso e si travestì da contadina; così camuffata passò i sette
monti e arrivò fino alla casa dei nani. Bussò, Biancaneve si affacciò
alla finestra e disse: -Non posso lasciar entrare nessuno, i nani me
l'hanno proibito!-. -Non importa- rispose la contadina -venderò lo
stesso le mie mele. Tieni, voglio regalartene una.- -No- disse
Biancaneve, -non posso accettar nulla.- -Hai forse paura del veleno?-
disse la vecchia. -Facciamo così: tu mangerai la parte rossa e io quella
bianca.- Ma la mela era fatta con tanta arte che soltanto la parte
rossa era avvelenata. Biancaneve desiderava tanto la bella mela e,
quando vide che la contadina ne mangiava non pot‚ più trattenersi e
allungò la mano per farsi dare la sua metà. Ma al primo boccone, cadde a
terra morta. Allora la regina disse: -Questa volta nessuno ti
risveglierà!-. Tornò a casa e domandò allo specchio:-Specchio fatato, in
questo castello, hai forse visto aspetto più bello?-Finalmente lo
specchio rispose:-E' il tuo, Regina, di tutte il più bello!-E il cuore
invidioso finalmente ebbe pace, se ci può essere pace per un cuore
invidioso. A sera, quando i nani tornarono a casa, trovarono Biancaneve
distesa a terra: dalle sue labbra non usciva respiro, era morta. La
sollevarono, guardarono se vi fosse qualcosa di velenoso, le slacciarono
le vesti, le pettinarono i capelli, la lavarono con acqua e vino, ma
inutilmente: la cara bambina era morta e non si ridestò. La distesero
allora in una bara, vi si sedettero accanto tutti e sette e la piansero
per tre giorni interi. Poi volevano sotterrarla, ma ella era ancora così
fresca, le sue guance erano così belle rosse da farla sembrare ancora
in vita. Allora dissero -Non possiamo seppellirla nella terra nera- e
fecero fare una bara di cristallo, perché‚ la si potesse vedere da ogni
lato, ve la deposero, vi misero sopra il suo nome, a caratteri d'oro, e
scrissero che era figlia di re. Poi esposero la bara sul monte, e uno di
loro vi rimase sempre a guardia. Anche gli animali vennero a piangere
Biancaneve: prima una civetta, poi un corvo e infine una colombella.
Biancaneve giacque per molto, molto tempo nella bara, ma non si
decompose: sembrava che dormisse poiché‚ era ancora bianca come la neve,
rossa come il sangue e nera come l'ebano. Ma un bel giorno un principe
capitò nel bosco e si recò a pernottare nella casa dei nani. Vide la
bara di Biancaneve sul monte e lesse ciò che vi era scritto a caratteri
d'oro. Allora disse ai nani: -Lasciatemi la bara; vi darò ciò che
vorrete in compenso-. Ma i nani risposero: -Non la cediamo per tutto
l'oro del mondo-. -Allora regalatemela- disse egli -non posso vivere
senza vedere Biancaneve: voglio onorarla e ossequiarla come colei che mi
è più cara al mondo.- A queste parole i buoni nani si impietosirono e
gli diedero la bara. Il principe ordinò ai suoi servi di portarla sulle
spalle. Ora avvenne che essi inciamparono in uno sterpo e per l'urto il
pezzo di mela avvelenata che Biancaneve aveva inghiottito le uscì dalla
gola. Ella tornò in vita, si mise a sedere e disse: -Ah Dio! dove
sono?-. -Sei con me!- rispose il principe pieno di gioia, le raccontò
ciò che era avvenuto e aggiunse: -Ti amo al di sopra di ogni altra cosa
al mondo; vieni con me nel castello di mio padre, sarai la mia sposa-.
Biancaneve acconsentì e andò con lui, e le nozze furono allestite con
gran pompa e splendore. Ma alla festa fu invitata la perfida matrigna.
Indossate le sue belle vesti, ella andò allo specchio e disse:-Specchio fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più bello?-Lo specchio rispose:-Qui sei la più bella, oh Regina, ma molto più bella è la sposina!-All'udire queste parole, la cattiva donna si spaventò, e il suo affanno era così grande che non poteva più dominarsi. Da principio non voleva più assistere alle nozze, ma l'invidia la tormentò al punto che dovette andare a vedere la giovane regina. Entrando, vide che non si trattava d'altri che di Biancaneve e impietrì per l'orrore. Ma sulla brace erano già pronte due pantofole di ferro: quando furono incandescenti gliele portarono, ed ella fu costretta a calzare le scarpe roventi e a ballarvi finché‚ le si bruciarono miseramente i piedi e cadde a terra morta.
Indossate le sue belle vesti, ella andò allo specchio e disse:-Specchio fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più bello?-Lo specchio rispose:-Qui sei la più bella, oh Regina, ma molto più bella è la sposina!-All'udire queste parole, la cattiva donna si spaventò, e il suo affanno era così grande che non poteva più dominarsi. Da principio non voleva più assistere alle nozze, ma l'invidia la tormentò al punto che dovette andare a vedere la giovane regina. Entrando, vide che non si trattava d'altri che di Biancaneve e impietrì per l'orrore. Ma sulla brace erano già pronte due pantofole di ferro: quando furono incandescenti gliele portarono, ed ella fu costretta a calzare le scarpe roventi e a ballarvi finché‚ le si bruciarono miseramente i piedi e cadde a terra morta.
E dopo aver scoperto che a risvegliare Biancaneve non è stato un bacio, ma un piccolo rigurgito, vi auguro la buonanotte
La vostra
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