Buonasera paginette ^^
Stasera volevo parlarvi di un romanzo che è stato un po' una sfida per me, sempre presa da amori e fantasie, mi sono cimentata in una lettura che affronta un tema come quello della donazione degli organi, visto soprattutto come cammino, scoprendo cosa c'è dietro questa scelta, non solo dal punto di vista emozionale, ma anche scientifico.
˙·٠•●♥ Recensione ♥●•٠·˙
Dal suo sofà
la vostra
Stasera volevo parlarvi di un romanzo che è stato un po' una sfida per me, sempre presa da amori e fantasie, mi sono cimentata in una lettura che affronta un tema come quello della donazione degli organi, visto soprattutto come cammino, scoprendo cosa c'è dietro questa scelta, non solo dal punto di vista emozionale, ma anche scientifico.
Riparare i viventi
di Maylis de Kerangal
Pagine 218 Editore Feltrinelli Editore
˙·٠•●♥ Sinossi ♥●•٠·˙
Tre adolescenti di ritorno da una sessione di surf su un pullmino
tappezzato di sticker, tre big wave rider, esausti, stralunati ma
felici, vanno incontro a un destino che sarà fatale per uno di loro.
Incidente stradale, trauma cranico, coma irreversibile, e Simon Limbres
entra nel limbo macabramente preannunciato dal suo cognome.
Da quel momento, una macchina inesorabile si mette in moto: bisogna salvare almeno il cuore. La scelta disperata dell’espianto, straziante, è rimessa nelle mani dei genitori. Intorno a loro, come in un coro greco, si muovono le vite degli addetti ai lavori che faranno sì che il cuore di Simon continui a battere in un altro corpo.
Tra accelerazioni e pause, ventiquattr’ore di suspense, popolate dalle voci e le azioni di quanti ruotano attorno a Simon: genitori, dottori, infermieri, équipe mediche, fidanzata, tutti protagonisti dell’avventura, privatissima e al tempo stesso collettiva, di salvare un cuore, non solo organo ma sede e simbolo della vita.
Da quel momento, una macchina inesorabile si mette in moto: bisogna salvare almeno il cuore. La scelta disperata dell’espianto, straziante, è rimessa nelle mani dei genitori. Intorno a loro, come in un coro greco, si muovono le vite degli addetti ai lavori che faranno sì che il cuore di Simon continui a battere in un altro corpo.
Tra accelerazioni e pause, ventiquattr’ore di suspense, popolate dalle voci e le azioni di quanti ruotano attorno a Simon: genitori, dottori, infermieri, équipe mediche, fidanzata, tutti protagonisti dell’avventura, privatissima e al tempo stesso collettiva, di salvare un cuore, non solo organo ma sede e simbolo della vita.
˙·٠•●♥ Recensione ♥●•٠·˙
Sono le 18.36 quando il cuore del diciannovenne Simon Limbres si ferma, quando Simon Limbres viene dichiarato ufficialmente morto. Sono le 5.49 quando il cuore di Simon Limbres ricomincia a battere nel corpo di Claire Méjan.
Cosa c’è dietro quell’atto di immensa generosità è Maylis de Kerangal a raccontarcelo.
Ci parla di Simon quando è ancora vivo, ragazzo amante del surf, che si alza presto quel giorno, un giorno uguale a tanti altri, un giorno in cui il cuore di Simon batterà più forte, in preda all’emozione, all’adrenalina data dall’amore per il mare e per le onde, onde che solcherà sulla sua tavola, che lo porteranno in cima al mondo, poco importa se fa freddo, se è presto, se è buio. Le onde, il mare, non hanno prezzo.
Viviamo con lui quelle emozioni e siamo con lui e i suoi tre amici quando all’improvviso, un colpo di sonno, la stanchezza, la strada liscia e umida, fanno si che il furgone su cui i tre fanno ritorno a casa esca all’improvviso dalla strada e un incidente decida per sempre il destino di Simon.
Il frastuono, l’arrivo dei soccorsi, le condizioni di Simon subito disperate e noi ci rendiamo conto all’improvviso che siamo lì con lui, che osserviamo, spettatori impotenti, perchè è in questo che Maylis de Kerangal ci trasforma, in spettatori che vedono, osservano, studiano, soffrono, descrivendo e portando davanti ai nostri occhi una realtà di cui molto spesso conosciamo solo l’atto finale.
Osserviamo da fuori la disperazione dei genitori, quelli di Simon che devono accettare una realtà troppo feroce.
Il sollievo dei genitori dei due sopravvissuti e al contempo la presa di coscienza da parte loro nel momento esatto in cui si rendono conto, apprendendo la notizia, che al posto di Simon potevano esserci i loro figli, il senso di colpa per quel sollievo provato.
La meticolosità del medico, le cure dell’infermiera, la difficoltà di prendere una decisione che significa lasciar andare un figlio e donar i suoi organi, completamente all’oscuro di quali in realtà fossero i desideri di Simon, perché non dobbiamo dimenticare che è un ragazzo di 19 anni e a 19 anni non si pensa a certe cose, a tavola non si discute di cosa vorresti in caso di morte prematura.
Maylis de Kerangal ha portato davanti ai miei occhi tutto questo, mi ha reso spettatrice, mi ha parlato con meticolosità di gesti chirurgici, ha descritto volti, ha ipotizzato sensazioni, non un dialogo, non una parola, non un pensiero e se ci sono li ha lasciati alla mia interpretazione, perché da spettatrice quale ero, non potevo seguire i pensieri, potevo immaginarli, non potevo ascoltare dialoghi, potevo captarne degli stralci, delle parole.
Sono diventata spettatrice in sala operatoria, dove con dovizia di particolari mi ha descritto il modo in cui gli organi vengono raccolti, in un preciso ordine e del cuore ho seguito il tragitto.
Organo che identifichiamo con l’anima di noi stessi, con i nostri sentimenti, che è il nostro motore interno, in tutti i sensi.
Un solo momento di cedimento in questo romanzo, romanzo dove non c’è posto per emozioni, per sentimentalismi, li creiamo noi, l’attimo esatto in cui Thomas, il coordinatore, uomo pieno di umanità, esaudisce l’ultima richiesta dei genitori di Simon, in quell’esatto momento hanno trovato posto le mie emozioni, sono diventate prepotenti e in un romanzo clinico e descrittivo, la ragione ha lasciato lo spazio al mio cuore, ai miei sentimenti, che da osservatrice si è finalmente “ricordata” che un momento per le emozioni, anche in attimi così concitati e delicati come quelli di un’operazione chirurgica e di un trapianto di cuore, c’è.
Un libro che fa capire come dalla morte può sorgere la vita e come, dietro quell’atto di immensa generosità, ci siano mille gesti compiuti in una religiosità che spesso ignoriamo. Una religiosità che in meno di 24 ore fa sì che un cuore smetta di battere per donare la vita ad un altro essere umano. Di come da un corpo che si seppellisce, si ripara un vivente.
Dal suo sofà
la vostra
Un tema molto forte che non ho mai affrontato.. sarebbe interessante provare a leggere questo romanzo, forse un pò doloroso ma sicuramente mi piacerebbe cimentarmi in questa lettura!
RispondiEliminaE' stato molto strano cimentarmi in questa lettura, più che altro perchè tutto è lasciato alle tua mente di lettore. La Kerangal dipinge davanti a te un quadro, dirige una scena e tu osservi e trai delle conclusioni che alla fine rimangono tue, ma devo dire che è questo che mi è piaciuto e ho apprezzato, il fatto che tutto fosse nelle mente e nel mio animo di lettrice. ^^
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